Ieri
A volte mi domando come vivevano le persone negli anni ottanta, anni, che io amo per molteplici aspetti. Ne amo la musica, i drive in, i grandi saloni letterari, le feste mega galattiche con la musica dance.
Adoro le foto in bianco e nero, i mazzi di rose inaspettati sotto al portone di casa, e avrei amato terribilmente scrivere in quell’epoca. Quegli anni che per me, sono un po’ i più belli della storia.
Adoro quell’epoca perché si dà più peso ai sentimenti, alle emozioni, al senso della vita in ogni sua parte. Oggi siamo troppo distratti, corriamo, ci stressiamo tanto per niente.
Tante volte mi dico “se avessi potuto scegliere, avrei voluto nascere negli anni settanta od ottanta”, e lo penso davvero. Certo, anche quell’epoca avrà avuto i suoi pro e i suoi contro, ma tutto è fatto in questo modo.
Mi piacerebbe scrivere molto di più sull’argomento, ma, per quanto posso averlo conosciuto per “narrazioni”, per quanto possa essermi appassionata, ahimè, l’esperienza è incomparabile. Ci sarà sempre qualcosa che sfugge, e che magari non saprò mai.
“Il grande Duemila”
Ribadisco, come sempre, che le mie sono semplici considerazioni, pensieri sulla base di quello che sento e non ho alcuna pretesa. La maggior parte di quello che scrivo proviene dal reale e dalle mie esperienze. E dunque, oggi siamo più vicini, siamo tutti connessi e attraverso i social possiamo prendere parte alla vita degli altri, anche quando non siamo con loro. Cosa che, prima, pensavamo fosse impossibile. Al contempo però, siamo più soli, siamo più distanti e meno espressivi. C’è più difficoltà per affermarsi nel campo della musica o della scrittura, una grande sottovalutazione dell’arte in ogni sua parte.
A volte, mi immagino a scrivere il mio primo libro con una penna stilografica, anziché un computer. E devo dire, ci sono quasi arrivata: l’ho scritto con una penna normale, su un quaderno, tra i banchi di scuola e la scrivania di casa, poi, ovviamente l’ho trascritto al pc. Non è un caso per chi lo pensasse: malata cronica del cartaceo e dei libri!
A volte, immagino un mondo in cui l’editoria è il mercato prevalente, privo di ogni ostacolo, e chiunque sogna di scrivere riesce a realizzare quello che vuole, senza soffrire troppo. Anche chi vuole realizzare qualcosa che non appartiene a questo mondo.
Prima non eravamo così avanzati a livello tecnologico, eppure, per diversi aspetti si viveva meglio, anzi, si Viveva. Già, perché per quanto navigare, “conoscere” qualcuno con un approccio “virtuale” possa essere intrigante, divertente, non va bene. Non ci si vede più.
Le persone vanno vissute, l’approccio fisico non può e non potrà mai competere con “un’idea”.
Alexandra Romano
Io, adolescente degli anni Ottanta, si Viveva, come dice tu. I rapporti umani erano più veri, occhi negli occhi e no dietro a un pc. Bellissimo il tuo articolo, quanti ricordi ha evocato. Brava!
Eh sì… avrei voluto viverli almeno un po’! Grazie sempre per il sostegno.❤️
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